Nonostante il nome possa far pensare a tutt’altro – dall’epic metal all’industrial – i neozelandesi Orchestra of Spheres si muovono lungo le coordinate di quella psichedelia meticcia che di questi tempi sta rivitalizzando l’alternative music. Ora che il noise è tornato a essere rumore inascoltabile, ciò che prima veniva considerato noioso è diventato sexy e stimolante per “l’underground”. Come altri rivitalizzanti fenomeni recenti, anche questa neo-psichedelia ha dovuto recidere, in parte, i cordoni col passato: scrollarsi di dosso gli strati kraut più contemplativi, riproponendosi in una veste visionaria ma all’occorrenza sculettante. L’orchestra rappresenta una variazione su tema di questa tendenza: un cosmic dance sound furiosamente freak, i cui bunga-bunga futuristi sono terreno di incontro tra afro-psych e post punk, il tutto miscelato grazie a strumenti autocostruiti dai nomi espliciti come biscuit tin guitar, electric bass carillon e sexomouse marimba. O quanto meno dalle loro copie, poiché gli originali sono stati rubati a Cracovia durante l’ultimo tour, generando curiose fantasie sugli effetti che staranno provocando nel sottobosco musicale polacco. Il nuovo album si chiama “Vibration Animal Sex Brain Music”: un titolo che metterà in difficoltà chi lo scaricherà dall’ufficio, ma che rende chiari gli obiettivi del progetto ben più del nome del gruppo.
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